Note musicali e nomeclatura
Le note musicali e la nomenclatura anglosassone
Fino al VI secolo i canti venivano tramandati oralmente. Solo in un secondo tempo venne introdotta la “notazione” di origine greca. Per nominare le note musicali si utilizzavano le lettere dell’alfabeto ancora in uso nei paesi anglosassoni. Le note quindi erano nominate in questo modo:
(A = la, B= si, C = do, D = re, E = mi, F = fa, G = sol).
Perché “do remi fa sol la si”?
La nomenclatura che noi conosciamo oggi tuttavia risale al XII secolo.
I nomi delle note musicali vennero ricavati dal testo di un inno a San Giovanni Battista le cui sillabe iniziali dei primi sei versetti recitano:
UT queant laxis / REsonare fibris / MIra gestorum / FAmuli tuorum / SOLve polluti / LAbii reatum, Sancte Iohannes.
(“affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o santo Giovanni, dalle loro labbra indegne”).
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Scuole di musica a Vicenza
Scuole di musica quale scegliere?
Scuole di musica e conservatorio
L’unica struttura italiana ad oggi in grado di rilasciare diploma riconosciuto è il conservatorio; d’altra parte, le scuole di musica private da lungo tempo operano nel settore avendo maturato in questo modo un’ esperienza invidiabile. La scelta è legata agli obbiettivi finali piuttosto che al prestigio della scuola di musica che si sceglie. Meglio identificare quella più adatta in base alle proprie esigenze.
Scuole di musica per mio figlio di 3 anni.
Fin dalla nascita l’udito si sviluppa prima ancora della vista e del tatto. La musica stimola lo sviluppo cognitivo dei bambini; per questo è consigliabile frequentare corsi di musica propedeutica prima possibile.
Scuola di musica per mio figlio di 8 – 10 anni.
È importante porsi una domanda:
“Chi promuove questa iniziativa io o mio figlio?” In ambedue i casi, l’indirizzo accademico è sconsigliato; questo perché se da una parte un corso di musica può solo giovare alle abilità intellettive, dall’altro richiede impegno e costanza. Sforzi che potrebbero non essere giustificati dalle piccole soddisfazioni dei primi tempi. Un insegnante ha il compito di coinvolgere l’allievo, ma quando la musica non è gradita il rischio è di odiarla. Meglio quindi iniziare frequentando corsi collettivi generici in una scuola di musica per entrare in contatto con il talento ben prima di stabilire quale sia lo strumento musicale più adatto ad esprimerlo.
Scuola di musica per mio figlio adolescente che suona la chitarra.
Anche se il ragazzo manifesta già una forma di interesse non è detto che la passione sia matura per un percorso importante. Può sembrare strano ma l’indirizzo accademico si rivela ancora una volta prematuro. Questo perché esso richiede dedizione e rinunce. Meglio una buona scuola di musica privata che all’occorrenza possa preparare per gli esami di ammissione al conservatorio.
Scuola di musica per adulti.
Lo studio della musica porta grandi benefici a qualsiasi età, quindi alla domanda:
“Sono troppo vecchio?” la risposta giusta è sempre “no”. Potrebbe essere d’ aiuto stabilire prima gli obbiettivi da porsi. Per acquisire abilità eccelse è necessario iniziare molto presto, tuttavia ciò non preclude la possibilità di imparare a suonare uno strumento o cantare in maniera dignitosa a tutte le età. La qualità di preparazione ottenibile è condizionata da motivazione e tempo a disposizione; tuttavia una scuola di musica aiuta sempre l’autodidatta a raggiungere più velocemente i propri obbiettivi.
Scuole di musica per bambini/ragazzi dotati e talentuosi.
In questo caso è consigliabile il conservatorio; ma non prima di aver raggiunto un livello di propedeutica adeguato. Diversamente da ciò che accade nelle scuole di musica, il conservatorio non è accessibile a tutti. L’ammissione prevede un esame nel quale l’allievo deve dimostrare esperienze musicali pregresse. Generalmente la predisposizione allo studio accademico della musica è evidente già nei primi anni di primaria. In questi casi è consigliabile iscrivere il ragazzo ad una scuola di musica privata che lo prepari all’esame per l’ammissione al conservatorio.
Conclusioni
L’approfondimento della musica richiede grandi doti intellettive, capacità raggiungibili con dedizione e costanza. Non è pensabile l’ottenimento di risultati eccellenti senza prima intraprendere un percorso importante. Tuttavia, la scuola di musica privata può rivelarsi un ottima opportunità per amatori che non intendono rinunciare a questa meravigliosa forma d’arte. In conclusione è importante avere sempre le idee molto chiare su quali siano gli obbiettivi da porsi in relazione all’età, tempo a disposizione e livello di motivazione.
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Cantare con il diaframma
Cos’è la respirazione diaframmatica
Se desideri cantare in maniera limpida e potente, devi imparare a conoscere e padroneggiare la respirazione diaframmatica. Questa tecnica di canto ti porterà a capire davvero come cantare con il diaframma. La respirazione diaframmatica prende il nome dal muscolo del diaframma, posizionato tra il torace e l’addome. Il lavoro del diaframma si avverte soprattutto a livello addominale, nella parte anteriore: durante l’inspirazione addome e torace si espandono; poi ritornano in posizione durante l’espirazione (o il canto). Considera la respirazione diaframmatica come il software di gestione dell’aria migliore che c’è, quello che offre le migliori prestazioni di canto possibili, installato nel nostro sistema fin dalla nascita.
I neonati utilizzano in maniera innata la respirazione diaframmatica. Tuttavia, crescendo, tendiamo a sostituire il programma “respirazione diaframmatica” con quello “respirazione alla buona”. Non usando più la respirazione diaframmatica da tempo, probabilmente anche tu avrai la netta sensazione di averla dimenticata e potresti ritenere che sia difficile impararla da zero. In realtà, si tratta soltanto di rinfrescare qualcosa che già conosci.
Impara a respirare con il diaframma: esercizi utili
Bene, a questo punto avrai capito che per ottenere un suono potente devi usare la respirazione diaframmatica. Tuttavia, potrebbe darsi che tu abbia l’impressione di non riuscire neanche a sentirlo questo diaframma. Da dove iniziare quindi?
Per non correre il rischio di perdersi nel mare magnum della teoria, entriamo subito nel vivo della pratica, così da percepire meglio il diaframma, stimolarlo, ritrovare familiarità e riconnetterci con la respirazione diaframmatica, usandola in modo consapevole. Lo possiamo fare in molti modi, alcuni anche divertenti. Eccone alcuni:
- Gonfiare un palloncino
- Imitare il rumore di una moto che accelera
- Tossire
- Sbuffare come un cavallo
- Fare le bolle di sapone
- Respirare come i cani con la lingua di fuori
- Ridere come Babbo Natale
- Sospirare sognando
- Respirare da sdraiati con un libro sulla pancia
- Respirare nella posizione yoga “balasana”, o posizione del bambino
Imparare a respirare correttamente, significa aiutare la propria voce a essere potente e precisa. Ecco qui un altro utile esercizio per migliorare sensibilmente la propria capacità di respirare con il diaframma.
Prova a prendere un respiro profondo. Senti nulla? Molto probabilmente sentirai come un rumore di sottofondo. Un respiro rumoroso indica che stai chiudendo la gola. È probabile, infatti, che nel prendere aria tu senta come un senso di oppressione.
L’esercizio che ti propongo è molto semplice e serve a eliminare questo fastidioso senso di occlusione. Non dovrai fare altro che sforzarti di respirare facendo meno rumore possibile. Non occorre forzare in fase di inspirazione: prendi aria con dolcezza, ma, allo stesso tempo, con decisione. Lascia che i tuoi polmoni si riempiano, facendo attenzione a non produrre suoni. Dopo un po’ di prove, otterrai un’appagante sensazione di apertura delle vie respiratorie.
Se quest’ultimo esercizio dovesse risultare difficoltoso, potresti provarne una variante. Inizia inspirando con il naso. Dopo aver preso un po’ di aria, apri la bocca e continua a prendere aria. In questo modo, respirerai sia con il naso che con la bocca, ottenendo di nuovo una sensazione di apertura. Mentre esegui l’esercizio, come per quello precedente, fai attenzione a non emettere versi o suoni di sorta: la respirazione deve essere calma e silenziosa, di modo che tu non avverta fastidi e sensazioni occlusive.
Il segreto della voce sta nel rilassamento
Utilizzando i semplici metodi sopraelencati, riuscirai in breve tempo a percepire meglio il movimento del diaframma. Provando, fai attenzione a ogni minima variazione a livello addominale. Ricorda sempre che la prima regola per respirare correttamente è rilassarsi.
Respiriamo in modo scorretto quando siamo agitati, ansiosi e tesi; e spesso ciò avviene proprio prima di cantare, quando invece avremmo bisogno di essere calmi e concentrati. Come possiamo ritrovare calma, concentrazione e una migliore respirazione in pochi minuti? Allo scopo esistono diverse tecniche meditative e di rilassamento, basate sulla respirazione diaframmatica. Con un po’ di pratica, sarai in grado di sciogliere a comando lo stress e le tensioni muscolari e finalmente capirai come cantare con il diaframma.
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Idee regalo per musicisti
Idee regalo per musicisti
Un nuovo strumento musicale
È un po’ impegnativo, ma è anche il regalo più apprezzato di tutti. Immagina di portare un musicista in un negozio di strumenti e dirgli: “Scegli quello che ti piace”. Ovviamente poi diventa essenziale anche imparare a suonare il nuovo regalo.
Per approfondire: come suonare il pianoforte.
Un accessorio unico per il suo strumento musicale
Ci sono molte cose che semplificano la vita di un musicista o semplicemente la arricchiscono, come, ad esempio, una tracolla per chitarra o per basso personalizzata o delle bacchette per batteria con inciso il proprio nome. Regalare un accessorio, previa una doverosa e attenta ricerca, è un modo utile e originale per far felice uno strumentista.
Abbigliamento con un logo
Ogni produttore di strumenti musicali che si rispetti produce diversi tipi di abiti con il proprio logo. I musicisti adorano indossare il marchio della loro compagnia preferita, quindi se presenti al tuo amico una maglietta, una felpa, un cappellino o qualsiasi altro capo firmato, non lo deluderai.
Tappi acustici per musicisti
I tappi acustici per le orecchie sono progettati appositamente per filtrare il suono, riducendo rumori dannosi e indesiderati per i timpani, mantenendo invariata la qualità e la percezione della musica. Un regalo utile ed economico che farà felice chi è solito frequentare concerti, grandi eventi e discoteche.
Un altoparlante per doccia
Cantare sotto la doccia assume un gusto totalmente diverso quando ti lasci accompagnare da un altoparlante posto strategicamente nel box doccia. Un altoparlante impermeabile può essere agganciato alla parete o direttamente al soffione della doccia per riprodurre in maniera fedele la tua playlist preferita.
Gadget a tema musicale
Un portachiavi a forma di amplificatore, una chiavetta usb a forma di chiave di violino, uno zerbino con motivi a tasti di pianoforte per accogliere gli ospiti: non esistono veri limiti quando si desidera fare un regalo piccolo, utile e simpatico a tema musicale.
Un kit per ukulele
Occupa poco spazio, è economico e ha un suono amabile. Di cosa stiamo parlando? Ma dell’ukulele, ovviamente. Chiunque ami la musica non potrà che trovarlo un regalo delizioso e sfizioso. Se vuoi fare le cose per bene, potresti optare per uno starter kit, che comprenda strumento, custodia, pacchetto di lezioni online gratuite e un’app di accordatura.
Utensili da cucina
Un set di utensili da cucina a tema musicale, completo di cucchiai, forchette e spatole, dei sottobicchieri a forma di vinile e, perché no, dei buffi cucchiaini da zucchero a forma di chitarra sono solo alcune delle tante idee-regalo in grado di unire in modo divertente due passioni: cucina e musica. Dei veri regali per musicisti!
Cuffie bluetooth da viaggio
Chi ama la musica non può farne a meno in nessuna circostanza, men che meno in viaggio. Perché non aiutare queste persone a godere della loro musica preferita in tutta comodità, ovunque decidano di andare? Un paio di cuffie bluetooth, senza fili e con design pieghevole è proprio quello che serve per raggiungere lo scopo.
Mascherina da notte
C’è chi riesce a prendere sonno solo nel silenzio più totale e chi invece necessita di una dolce melodia per farlo. È proprio per quest’ultima tipologia di persone che sono state create apposite mascherine notturne con cuffie integrate: coprono gli occhi, ma, allo stesso tempo, offrono un suono chiaro e regolabile attraverso i cuscinetti in memory foam.
Ecco i nostri spunti riguardo ai regali per musicisti!
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Tecniche di growl e scream
Tecniche di growl e scream: I primi esempi
Lo screaming è una tecnica di canto particolarmente utilizzata nel black metal, attraverso cui ha conquistato notorietà. Generalmente, Quorthon è considerato il padre di questo stile vocale. Un ulteriore di scream è quello dell’ex cantante dei Death, Chuck Schuldiner, nell’album “The Sound of perseverance”.
Tuttavia, il termine “scream” si può trovare già nel blues – nel periodo in cui questo genere iniziava a fondersi con il ragtime – e, in alcuni casi, anche in alcune opere occidentali classiche, seppur con finalità totalmente diverse da quelle della musica contemporanea.
I primi esempi di scream coincidono con le esibizioni dei musicisti blues di Kansas City, che erano soliti urlare per far sì che la loro voce venisse udita nelle rumorose sale da ballo. La voce urlata divenne un tratto distintivo di queste band e, in particolare, di alcuni artisti come Big Joe Turner e Howlin Wolf.
Anche il growl metal, così come lo conosciamo oggi, affonda le sue radici nel blues. inizialmente, più che una tecnica canora vera e propria, veniva inteso come una sorta di abbellimento vocale, equiparabile, ad esempio, al vibrato e al glissato. In tal senso, è possibile riscontrarne l’utilizzo anche nelle canzoni di Louis Armstrong.
La tecnica growl metal ha caratteristiche simili a quella dello scream come i suoni profondi, cupi e gutturali. Il suo impiego sistematico può essere fatto risalire agli anni ‘60, grazie a gruppi come gli Who, i Creedence Clearwater Revival e i Black Sabbath.
ATTENZIONE!!!
Le tecniche sotto descritte violano ogni norma di buona igiene vocale. Le tecniche di canto estremo sollecitano in modo eccessivo le corde vocali implicando conseguenze anche gravi che, molto spesso, possono compromettere in modo irreversibile il buon funzionamento delle corde vocali stesse. Per ragioni deontologiche la didattica della 6Arte non prevede l’insegnamento delle suddette tecniche, se non espressamente richiesto e preventivamente concordato con l’allievo, consapevole dei rischi che corre.
Tecniche growl e scream: esercizi
Cantare in growl e scream è molto più che semplicemente urlare. Per padroneggiare le tecniche e ottenere così il suono desiderato riducendo il più possibile l’affaticamento delle corde vocali, è necessaria una buona dose di impegno e dedizione, oltre al soprattutto il supporto di un docente preparato. Applicandosi con costanza, i risultati non tarderanno ad arrivare.
Prima di entrare nel vivo delle tecniche di growl e scream, è fondamentale imparare a governare la discesa del diaframma. Il controllo della respirazione è propedeutico in ogni tipologia di canto. La corretta gestione del movimento diaframmatico permette di dosare l’energia, soprattutto nel canto dello screaming, poiché avrai bisogno di molto fiato. Se non impari a governare il movimento diaframmatico, non potrai padroneggiare queste tecniche.
In questo articolo ti forniremo solo un semplice trucco per l’apprendimento della tecnica dell’appoggio: pur essendo molto efficace, tale strategia non si rivela sufficiente al completo apprendimento della tecnica. Diventa quindi necessario specificare che l’allenamento e l’esercizio guidati da docenti seri e competenti si rivelano indispensabili.
La scuola italiana tratta la respirazione diaframmatica sfruttando antagonismi muscolari atti a dosare la discesa del diaframma durante l’atto espiratorio. Tale pratica porta il nome di “appoggio” che si ottiene applicando movimenti naturali e sinergici.
Come fare
Esercizi e tecniche di growl e scream:
Inspirazione: Applica una leggera pressione con entrambi i pollici sulle prime costole inferiori e, aprendo il palmo della mano appoggia le punte delle dita sull’area che si trova pressoché sull’ombelico. Inspira l’aria verificando che prima di tutto l’addome ed il dorso (zona lombare) si contraggano lievemente verso l’esterno. Subito dopo, dilata la gabbia toracica facendo molta attenzione a non sollevare le spalle. Se durante l’inspirazione l’addome si ritrae verso l’interno significa che stai praticando l’inspirazione inversa (o clavicolare) dannosa e inutile ai fini dell’appoggio.
Espirazione: Metti una mano sul fianco appena sopra le anche e con il pollice premi sulla parte dorsale. La seconda mano usala per premere con le dita sull’epigastrio (la parte molle appena sotto lo sterno).
Ora simula un colpo di Tosse e dovresti sentire una spinta verso l’esterno contemporaneamente sulla zona dorsale (in prossimità del pollice) e anteriore (appena sotto lo sterno).
Una volta presa coscienza del movimento prova ad ottenere lo stesso risultato mediante la pronuncia di una “Sssss”. Ricorda che durante la fonazione, tale sensazione viene percepita con intensità pressoché impercettibile. È proprio per questo che una padronanza dell’appoggio ed il sostegno richiede molto tempo allenamento e dedizione prima di di essere assimilata a pieno.
Imparare a respirare correttamente è l’unico modo per attivare quelle che in gergo prendono il nome di “false corde”(o pieghe vestibolari), ovvero quelle corde vocali che solitamente non utilizziamo e che, se opportunamente stimolate, ci permettono di ottenere suoni particolari.
Una volta capito come padroneggiare la respirazione, dunque, è il momento provare i suoni tipici del growl metal e dello scream metal. Questi vengono prodotti attraverso uno sforzo muscolare del nostro tronco: infatti, premendo sul diaframma, il tronco spingerà fuori aria “sforzata”, la quale farà in modo che le corde false (pieghe vestibolari) arrivino a coprire le corde vere impedendone la vibrazione. Il suono, a questo punto, verrà generato dalle corde false risultando alterato.
Ma com’è possibile tirar fuori questo tipo di suono?
Cerca di tirar fuori il ringhio più cattivo di cui sei capace, facendo leva sugli addominali. Sforzando gli addominali otterrai una compressione dell’aria mediante un’azione dei muscoli addominali dorsali, intercostali e il diaframma. L’aria verrà emessa con una pressione di gran lunga maggiore a quella necessaria all’ottenimento di un suono leggero:
Procedimento
- Poggia una mano sul ventre appena sotto le costole ed espira senza forzare per creare una forza opposta alla discesa del diaframma.
- Emetti un ringhio sommesso. Fa attenzione a non muovere petto e spalle.
- Cerca di trasformare il ringhio in una “O” mentre emetti il suono. In questa fase, spingi sugli addominali: assumerai una posizione contratta e il tronco diventerà più rigido.
Se all’inizio non riesci a ottenere il suono desiderato, non preoccuparti, è normale. Potresti anche avvertire una leggera sensazione di bruciore alla gola le prime volte. La pratica, l’abitudine e possibilmente la consulenza da parte di un docente, ti aiuteranno. Mentre esegui l’esercizio, ricorda solo di usare la tecnica dell’appoggio ed il sostegno e di assumere una postura corretta (sterno lievemente rialzato e spalle rilassate verso il basso).
A seconda di quello che vuoi fare e del genere che desideri cantare, puoi aumentare o diminuire la distorsione della voce, data dalla quantità d’aria che decidi di buttare fuori e da quanto sforzo eserciti sia a livello addominale che facciale. Sì, anche la faccia gioca un ruolo decisivo! Più riuscirai a mantenere tesi i muscoli del volto, più il suono uscirà in modo aggressivo.
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Insegnare musica ai bambini
Insegnare musica ai bambini: Incoraggia alla pratica
La musica si impara meglio facendo, piuttosto che leggendo o scrivendo. Rendi attive le tue lezioni, condensando in loro un pieno di energia. Ripensa ai tempi in cui sei stato uno scolaro. Quali ricordi ti affiorano alla mente? Di certo non quelli in cui fissavi passivamente le pagine di un libro farcito di teoria.
Per stimolare l’attenzione e rendere l’apprendimento più piacevole, aggiungi azione e dinamismo alle tue lezioni. Far tenere il ritmo delle canzoni e cantare sono solo alcuni semplici modi per farlo, senza la necessità di attrezzature specialistiche. Combinare l’ascolto con la creazione di musica è il modo più efficace per stimolare il processo didattico.
Per approfondire vedere anche il post: Vocalizzi per bambini.
Allontana la noia
Non c’è nulla di più breve dell’attenzione dei bambini. Non è raro che questi si sentano sopraffatti quando si presenta loro una lunga serie di compiti da eseguire. Ecco perché è necessario adattare le lezioni al loro livello di concentrazione. Evita di costruire una lezione su un’unica, interminabile attività, ma suddividila in piccole fasi della durata di 5-15 minuti ciascuna. Una singola lezione dovrebbe includere:
- Ascolto;
- Suonare strumenti;
- Lettura;
- Scrittura;
- Composizione.
Insegna la musica che piace ai tuoi studenti
Per ottenere un immediato coinvolgimento dei bambini, utilizza le loro canzoni preferite come strumento didattico. Qualsiasi tipo di genere musicale può costituire una risorsa preziosa per l’insegnamento e l’apprendimento. Non è obbligatorio trasmettere nozioni avvalendosi esclusivamente di generi tradizionali come la musica classica o barocca.
Lascia che i bambini interagiscano tra loro
L’aula di musica è il luogo migliore per incoraggiare l’interazione tra gli studenti. Introduci nelle tue lezioni un tipo di apprendimento basato sullo scambio. Dividi i tuoi studenti in piccoli gruppi e assegna loro dei progetti. I progetti di gruppo sono coinvolgenti, stimolano la creatività e aiutano i bambini a rimanere concentrati su un singolo compito a lungo. Inoltre, favoriscono l’acquisizione di abilità trasversali come la capacità decisionale e il problem solving.
Stimola la creatività
Una volta che i bambini avranno iniziato a prenderci gusto e a portare a termine semplici attività, divertendosi è il momento di far esplodere il loro potere creativo. Come? Assegna loro un progetto di composizione musicale, senza voto finale, che li incoraggi a produrre qualcosa di nuovo seguendo un proprio, personale gusto.
Per apprendere la musica non basta la teoria, ma è necessario fare tanta pratica. Uno spazio sicuro, libero dai giudizi, in cui esprimere se stessi, rappresenta un potente strumento di educazione emotiva e sentimentale, in grado di favorire lo sviluppo armonioso della personalità.
Preparali a un’esibizione
L’esibizione è un elemento importante dell’educazione musicale ed emotiva dei giovani allievi; un momento in cui i bambini possono mostrare con orgoglio ai propri genitori ciò che hanno appreso durante l’anno. Per chiudere il percorso accademico, organizza un grande concerto che coinvolga tutta la classe.
Se non è possibile organizzarne uno tradizionale, affidati alla tecnologia e lavora alla produzione di un video di esibizione da condividere su Youtube. Un ulteriore passo potrebbe includere la creazione di un canale apposito, in cui gli studenti si sentano incoraggiati a condividere costantemente i loro progressi.
Ecco le varie fasi che comprende l’insegnare musica ai bambini.
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Vocalizzi per bambini
Vocalizzi per bambini - La prima fase del riscaldamento: il respiro
Indispensabili per insegnare ai bambini come controllare la propria voce, le tecniche di respirazione sono semplici, intuitive e divertenti. La sessione inizia svuotando i polmoni, tramite una profonda espirazione. Segue una lenta inspirazione della durata di quattro battiti. In questa fase spalle e petto non dovrebbero né salire né scendere. Pertanto, è utile chiedere ai bambini di poggiare le mani sulle spalle per esercitare una leggera pressione verso il basso durante gli esercizi, così che rimangano ferme.
Le esercitazioni possono essere svolte sia in piedi che sdraiati. Si alternano ad altri esercizi come quello del sibilo, del ronzio e del canto a bocca chiusa, la cui esecuzione permetterà ai piccoli cantanti di acquisire un maggior controllo del diaframma.
Esplorazione vocale
L’esplorazione vocale aiuta i bambini a prendere confidenza con le note del pentagramma e ad allenare l’orecchio. Si tratta del primo vero approccio alla musica e, in quanto tale, dovrebbe essere libero, creativo e divertente. Inizia facendo loro cantare un “ah”, magari aiutandoti con il piano, invitandoli a riprodurre con la voce la nota. Poi sali e scendi di tono, in modo da introdurli alle scale musicali.
È abbastanza frequente che i bambini non riescano immediatamente a capire la differenza tra suoni alti e suoni bassi. Per ovviare a tale inconveniente, può essere una buona idea accompagnare i diversi toni con un gesto della mano. I bambini, infatti, sono molto visivi: apprendono meglio se coinvolti da figure e colori. Invita uno dei tuoi allievi a disegnare una forma e incoraggia gli altri a riprodurla con la voce. Si tratta di un interessante escamotage didattico che saprà aumentare il loro interesse e agganciarne l’attenzione.
Dizione
La dizione è la capacità di pronunciare chiaramente suoni, parole e frasi. È impossibile farlo senza una corretta articolazione, ovvero senza un movimento sinergico di mascella, palato, labbra e lingua. Gli esercizi vocali per la dizione devono essere integrati in una routine di riscaldamento orientata ai più piccoli, di modo da migliorare la mobilità di questi organi.
Gli esercizi di pronuncia lavorano sulla chiarezza delle emissioni dei suoni. Inizia dalle vocali, assicurandoti che i bambini le cantino con la corretta posizione delle bocca. Lavora anche sull’apertura della gola, insegnando loro a cantare “sbadigliando”. Concentrati poi sulle note, esortandoli a focalizzare l’attenzione sulle vibrazioni del palato.
Apprendimento dei concetti musicali
Un riscaldamento completo include anche l’apprendimento di nuovi concetti musicali. Le prime canzoni sono occasioni perfette affinché i bambini imparino in maniera naturale a leggere gli spartiti, a individuare quarti, metà, note intere, pause e a migliorare la propria musicalità, acquisendo il senso del ritmo.
Il riscaldamento come base del canto
Non è possibile cantare senza una preparazione preliminare adeguata, a nessun livello. I vocalizzi sono necessari per i principianti, per i cantanti esperti e, a maggior ragione, per i bambini. Consente loro di apprendere il modo corretto di respirare, migliorare la dizione, utilizzare tutte le capacità dell’apparato vocale e di sviluppare a pieno il potenziale della voce. E tutto questo preservando gli unici elementi che non dovrebbero mai mancare in nessuna routine didattica: il gioco e il divertimento.
Vocalizzi per bambini
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Studiare musica da adulti
Studiare musica da adulti
Non esistono limitazioni “fisiche” quando si tratta di imparare a suonare da grandi. L’apprendimento non ha età. Le neuroscienze dimostrano che il cervello si mantiene plastico, ovvero in grado di modificarsi in base agli input esterni, nel corso di tutta la vita. Non esiste un momento critico oltre il quale ci viene impedito di assimilare nuove abilità e conoscenze. La musica non fa eccezione.
Come studiare musica da adulti
Il problema dell’approccio mentale
L’unico, vero ostacolo quando, da non più giovanissimi, ci si avvicina per la prima volta alla musica è costituito dall’approccio mentale. La musica viene spesso percepita come qualcosa di inaccessibile, impossibile da padroneggiare. Ne consegue che, alle prime difficoltà incontrate nel percorso di studi, sarai portato a rafforzare questa convinzione e la voglia di rinunciare diventerà sempre più forte. In questa fase, l’insegnante svolge un ruolo fondamentale. Il suo compito è quello di rimuovere il prima possibile queste idee limitanti dalle mente del suo allievo, così da poter dare inizio a un soddisfacente percorso didattico.
Tornare bambini
I bambini, quando si tratta di imparare qualcosa di nuovo, si sa, sono vere e proprie spugne. Non hanno aspettative su quello che stanno facendo, non si pongono obiettivi ma, soprattutto, trasformano tutto in un gioco e in divertimento. Seguirne l’esempio può essere un buon punto di partenza se desideri iniziare a studiare musica. Per ottenere degli ottimi risultati, infatti, è importante riscoprire un’attitudine fanciullesca all’apprendimento. Rimuovendo le aspettative, si eliminano l’ansia e la fretta di fare progressi; elementi che non solo rallentano il percorso di studio, ma rischiano anche di trasformarlo in un’esperienza frustrante e insoddisfacente.
Per approfondire vedere il post insegnare il canto ai bambini.
La gestione ottimale del tempo è alla base di uno studio efficace
La gestione del tempo è un fattore determinante per imparare a suonare da grandi. La famiglia, gli amici e il lavoro assorbono gran parte delle giornate, a tal punto da darti l’impressione di non avere neanche un momento libero da dedicare alle tue passioni e ai tuoi interessi. Fortunatamente, contrariamente a quanto si crede, per studiare musica con profitto non serve avere a disposizione molto tempo libero. Ciò che davvero fa la differenza è la costanza della pratica. Ritagliarsi una mezz’ora al giorno per esercitarsi è sufficiente per ottenere ottimi risultati.
Affidarsi a un buon insegnante di musica
Tuttavia, essere perseveranti nello studio e nelle esercitazioni è più difficile di quanto possa sembrare. Affidarsi a un bravo insegnante è una buona soluzione se si desidera ottimizzare il poco tempo a disposizione, facendolo fruttare al meglio, di modo da salvaguardare l’entusiasmo e la passione per la disciplina. Il dialogo e la fiducia nei confronti del proprio maestro sono essenziali per stabilire un piano didattico flessibile e, allo stesso tempo, efficace.
Gli ingredienti del successo
Affidarsi a una scuola di musica è una buona idea per conservare nel tempo passione ed entusiasmo nei confronti dello studio. Per imparare a suonare da adulti sono necessari, infatti, un mix di ingredienti come pazienza, fiducia in se stessi e forza di volontà, per mantenersi costanti nel tempo. Iniziare a studiare musica da grandi è una scelta che può cambiare in meglio la tua vita. Per perseguirla, però, è necessario innanzitutto un cambio di paradigma, liberandosi dai pregiudizi legati all’età e convincendosi che non è mai troppo tardi per assecondare i propri sogni.
Per approfondire vedi i nostri:
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I benefici del canto corale
I benefici del canto corale: Migliora l’umore
Il canto corale fa bene alla salute mentale di chi lo pratica. Pare che intonare una canzone in compagnia favorisca la produzione di endorfine e ossitocina, due sostanze, rilasciate dal cervello, in grado di conferire uno stato di benessere generalizzato.
Alcune ricerche avrebbero evidenziato come cantare in coro possa rivelarsi di grande aiuto anche per quei soggetti colpiti da seri disturbi come la depressione. Dopo un periodo di attività canore di gruppo, i livelli della sintomatologia in queste persone si sono drasticamente abbassati.
Riduce l’ansia
Il canto corale rappresenta un’attività completa, anche dal punto di vista fisico. Tant’è che i suoi effetti sull’organismo ricordano molto quelli dello yoga. Cantare in coro richiede una respirazione regolare e controllata, che consente di normalizzare le funzioni del nervo vago, una fibra nervosa responsabile del nostro equilibrio emotivo, e di ridurre la variabilità della frequenza cardiaca. Il tutto ha un impatto estremamente positivo sulla salute. Un respiro e un battito cardiaco regolari si traducono in bassi livelli di cortisolo e in una maggiore capacità di controllare le emozioni e gli stati ansiogeni.
Allena la memoria
Anche se non riesci a ricordare tutte le parole delle tue canzoni preferite, il canto rimane un ottimo metodo per mantenere attivo il cervello e per allenare la memoria. Cantare regolarmente, infatti, rallenta il decadimento cognitivo e aiuta a sviluppare plasticità sinaptica.
Uno studio condotto dall’università di Helsinki su 89 soggetti affetti da demenza ha fatto registrare dei risultati tanto sorprendenti quanto incoraggianti. Dopo 10 settimane di pratica costante nel canto corale, le persone coinvolte nella ricerca hanno fatto registrare potenziamenti della memoria di lavoro, delle funzioni esecutive e dell’orientamento.
Aumenta le difese immunitarie
Come abbiamo visto, cantare in coro abbassa la pressione sanguigna e migliora le capacità respiratorie, riducendo i livelli di cortisolo nel sangue. In tal mondo, non solo diventa più semplice gestire l’ansia e lo stress, ma si rafforza l’intero sistema immunitario.
Secondo uno studio condotto dal Royal College of Music, infatti, basta un’ora di canto al giorno per abbassare drasticamente i livelli di cortisolo e di citochine infiammatorie. Bassi livelli di infiammazione nell’organismo, oltre a spiegare il rafforzamento del sistema immunitario, potrebbero anche essere alla base del miglioramento dell’umore nei coristi.
Combatte la solitudine e l’isolamento sociale
Uno dei vantaggi più intuitivi del dedicarsi a un’attività di gruppo come il canto corale è il miglioramento della vita sociale. Cantare insieme ad altre persone significa sperimentare un’esperienza coinvolgente, in grado di connetterti in modo nuovo agli altri e di allargare la tua cerchia di amici. È stato infatti dimostrato che dedicarsi alla pratica canora favorisce il rilassamento dei muscoli facciali e migliora le capacità comunicative, aumentando il grado di empatia e di fiducia tra le persone.
Allunga la vita
Una ricerca, nata da una collaborazione tra Harvard e Yale, ha dimostrato come chi si dedica al canto corale abbia aspettative di vita superiori alla media. Cantare in gruppo non solo migliora la circolazione sanguigna e combatte l’ansia e lo stress, ma aiuta anche a preservare la salute della mente, contribuendo a mantenere un’elevata qualità di vita.
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Canto e bambini: Consigli pratici
Canto e bambini
Parti da canzoni semplici
Introdurre ai bambini brani, orecchiabili e facili da ricordare è un buon modo per agevolare il processo di apprendimento. Una canzone adatta a questo scopo dovrebbe contenere intervalli ristretti e frasi melodiche corte, un testo semplice per facilitare la memorizzazione e una durata breve. Ricorda che le sessioni di canto devono essere prima di tutto divertenti. Agevolerai di molto la comprensione di nuove conoscenze, se saprai alimentare l’entusiasmo dei bambini.
Canta per loro
Il modo migliore per insegnare canto ai bambini consiste nel cantare per loro. È preferibile canticchiare senza l’accompagnamento di una base, per sviluppare al meglio le loro capacità. Attraverso l’osservazione, infatti, i bambini apprendono in maniera spontanea il modo in cui muovere la bocca, respirare e produrre tonalità diverse. Cantare per loro, inoltre, è il mezzo più efficace per trasmettere della passione genuina per questa attività.
Incoraggiali a inventare canzoni e melodie
Inventare melodie è un gioco divertente che incoraggia l’esplorazione vocale e aiuta i bambini a destreggiarsi tra intonazione e tonalità diverse, divertendosi. Per spronarli a crearne di nuove si può partire da frasi comuni, che sei solito rivolgere loro, riadattandole sulla base di canzoni molto semplici e dal motivetto orecchiabile.
Usa il corpo intero per insegnare il solfeggio
Il solfeggio è una pratica indispensabile per imparare a conoscere le note, i toni e gli intervalli. Molti bambini, in una fase iniziale di apprendimento, non capiscono immediatamente la differenza tra un suono basso e uno alto. Aiutarsi con gesti e movimenti è un buon modo per superare questo particolare tipo di difficoltà. Assegna a ogni parte del tuo corpo una nota e indica i toni alti e quelli bassi con il palmo della mano. Coinvolgere tutto il corpo durante elementari esercizi di solfeggio aiuta i bambini a individuare le note e le loro diverse tonalità con maggiore facilità. Permette, inoltre, di mantenere vivo l’interesse e l’entusiasmo per l’apprendimento.
Come inizia una lezione di canto per bambini
Ogni lezione inizia con semplici esercizi di stretching e postura. I bambini amano muoversi e fare attività fisica. Comincia dando loro obiettivi brevi e semplici da raggiungere, di modo da non perderne l’attenzione. Gli allungamenti e la postura si accompagnano ad alcune tecniche base di respirazione. Durante l’inspirazione la pancia dovrebbe espandersi; con l’espirazione dovrebbe invece contrarsi.
Mentre viene eseguita la respirazione profonda, le spalle e il petto dovrebbero rimanere ferme. Insegnare ai bambini a mantenere una postura corretta durante il canto è fondamentale, tuttavia non bisogna scoraggiarsi se inizialmente l’esecuzione di questi esercizi dovesse risultare difficoltosa. Questa routine ha soprattutto lo scopo di preparare i bambini all’apprendimento da un punto di vista mentale, facendo capire loro come funziona una vera lezione di canto.
Perché insegnare canto e musica ai bambini
Le voci dei bambini non possono essere paragonate a quelle dei cantanti adulti.
Le loro corde vocali sono molto fine ed elastiche. Grazie a queste caratteristiche esse permettono l’emissione di note estremamente acute, note che andranno via via scomparendo durante il periodo dello sviluppo quando finalmente l’estensione sarà definitivamente consolidata.
Tuttavia, le lezioni di canto in tenera età si rivelano estremamente efficaci ed offrono una marcia in più alla formazione di un piccolo cantante, in quanto, oltre ad allenare e stimolare il talento, educano il bambino fin da subito ad assimilare abitudini utili ad evitare possibili danni a lungo termine. Le buone tecniche canore apprese da bambini maturano nel tempo e si traducono solitamente in una voce stabile e affidabile per il resto della vita.
Se vuoi trasmettere ai più piccoli la passione per la musica, i nostri corsi di canto per bambini sono disponibili dai 2 fino ai 9 anni di età.
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